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Un giardino, due protagonisti, e una montagna di domande filosofiche attraverso le quali il nonno, Salvatore Veca, e la nipotina, Camilla, cominciano insieme una serie di scorribande filosofiche con lo scopo di affrontare le grandi questioni esistenziali. Comincia così un percorso di accompagnamento alla scoperta della filosofia attraverso i meandri dei "perché". Ma l'arte dell'accompagnare presuppone, tra le altre cose, l'ascoltare, il domandare, l'insegnare, il giocare, il sorridere, il far sorridere, il far fiorire, in poche parole: lo stare insieme. L'obiettivo dell'autore non è allora divulgare, e neanche somministrare nozioni, ma rivolgere un'offerta di comunicazione a chi si trova impegnato in quell'impresa difficile e preziosa di guidare i giovani nell'avventura di esplorazione del mondo e della costruzione del sé. Il filosofo, colui che accompagna, mette in moto anche una pratica di compagnia, cioè l'arte dello stare insieme nel tempo. Che non è poco ai nostri giorni in cui si annuncia, e spesso si manifesta, lo spettro della condanna alla solitudine.